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Cassazione: cartelle esattoriali nulle se manca il tasso e criterio di calcolo

  • Fonte:

    http://www.forensicsgroup.eu

  • Autore:

    P. DE SALVATORE

Cassazione: cartelle esattoriali nulle se manca il tasso e criterio di calcolo

Interessante sentenza della Corte di Cassazione (Sezione V, n.24933 del 6.12.2016) che interviene in tema di cartelle esattoriali stabilendo l’importante principio secondo cui, in alcune condizioni, e cioè quando la cartella esattoriale non è preceduta da altro atto da cui si evinca la motivazione della pretesa tributaria, la cartella stessa deve contenere tutte quelle indicazioni necessarie affinché il contribuente possa porre in essere la sua attività di verifica e controllo.

Nella fattispecie, la mancata indicazione del tasso d’interesse e la mancata esposizione del criterio di calcolo delle somme dovute, ha determinato l’annullamento dell’atto di riscossione.

Nel dettaglio, l’ipotesi trattata era riferita ad una cartella esattoriale relativa al pagamento di interessi “pretesi dall’agenzia delle entrate in relazione alla somma dovuta per l’imposta di successione che era stata pagata in ritardo a causa della sospensione della cartella originaria disposta dall’agenzia stessa”.

I ricorrenti hanno sollevato una specifica eccezione circa la mancanza di qualsiasi riferimento al tasso degli interessi sicché essa era da considerarsi priva di motivazione.

Sia in primo che in secondo grado il contribuente aveva la meglio nei confronti dell’Ufficio che, da ultimo, ricorreva per Cassazione sostenendo, in sintesi, che “la cartella impugnata doveva ritenersi sufficientemente motivata in quanto era indicato il periodo relativamente al quale gli interessi erano dovuti ed il provvedimento di revoca della sospensione della cartella afferente l’imposta di successione”.

I contribuenti, secondo l’Agenzia delle Entrate, erano in condizione di conoscere gli elementi costitutivi della pretesa fiscale.

Prosegue l’ufficio (secondo motivo di ricorso) affermando che il contribuente ben conosceva i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della pretesa fiscale sicché era sufficiente il mero richiamo al provvedimento di revoca della sospensione.

La Corte entra nel merito della vicenda osservando che “La cartella esattoriale, quando essa non sia stata preceduta da un avviso di accertamento, deve essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile, tale obbligo derivando dai principi di carattere generale indicati, per ogni provvedimento amministrativo, dall’art.3 della legge 241 del 1990 e recepiti, per la materia tributaria, dall’art.7 della legge n.212 del 2000” (c.d. “Statuto dei diritti del contribuente”).

Nel caso che occupa, “mancando l’indicazione del tasso e del metodo di calcolo, i contribuenti non sono stati posti nella condizione di controllare la correttezza del calcolo degli interessi operato dall’agenzia sulla base della somma dovuta a titolo d’imposta di successione”.

Essi, infatti, prosegue la Corte, “non avevano contezza alcuna del tasso e del metodo di calcolo, sicché avrebbero dovuto attingere aliunde a nozioni giuridiche per ricostruire il metodo seguito dall’ufficio”.

La conclusione, pertanto, per gli Ermellini, non poteva che essere l’annullamento della cartella e la condanna dell’ufficio alle spese, quest’ultima tenuto conto anche del fatto che il contribuente è risultato vincitore in tutti e tre i gradi di giudizio.

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